“Scusa, sai, ti dico”... Gli equivalenti serbi dei segnali discorsivi italiani di origine verbale

Authors

  • Nevena P. Ceković
  • Nataša L. Janićijević

DOI:

https://doi.org/10.18485/analiff.2017.29.2.4

Keywords:

segnali discorsivi italiani, equivalenti serbi, verbi, traduzione

Abstract

In linea con la nostra ricerca precedente (Ceković & Janićijević, in stampa), incentrata sui segnali discorsivi (SD) italiani formati da verbi di percezione visiva e uditiva (guardare, vedere, sentire, ascoltare) e la loro traduzione in serbo, il presente contributo si propone di indagare ulteriormente le corrispondenze funzionali tra lʼitaliano e il serbo, focalizzandosi su altre forme aventi lʼorigine verbale: i SD derivanti dal verbo sapere, dire e scusare. Nel contributo si descrivono, da un lato, le principali caratteristiche e funzioni dei SD in questione e, dallʼaltro, si individuano e analizzano le corrispondenti forme in serbo. Confrontando i SD italiani con le loro traduzioni in serbo, si riconferma la conclusione che gli equivalenti semantici non sempre sono anche gli equivalenti pragmatici e che la corrispondenza tra i SD nelle due lingue va sempre cercata a livello funzionale.

Published

2017-12-11

How to Cite

Ceković, N. P. ., & Janićijević, N. L. . (2017). “Scusa, sai, ti dico”. Gli equivalenti serbi dei segnali discorsivi italiani di origine verbale. Annals of the Faculty of Philology, 29(2), 51–65. https://doi.org/10.18485/analiff.2017.29.2.4